Invasione e scontri tra tifosi con più di 50 morti in Egitto

Più di 50 morti in Egitto a seguito di un’ invasione di campo e scontri tra opposte tifoserie nemiche dell’ Al-Masri e dell’Al-Ahli

In uno stadio di calcio a Port Said, nel nord-dell’Egitto si sono scontrati i tifosi e la polizia, tra le cui forze si registrano vittime, come riporta Al-Arabiya e come si può intuire dai primi video ed immagini che hanno solcato il Mediterraneo.

All’ interno dell’ impianto sportivo si è anche sviluppato un incendio (cosi mostrano le televisioni arabe). La notizia ancora non è diffusa in Italia e Football a 45 giri cerca di dare l’anteprima traducendo dal web…sicuramente tra qualche ora, o anche minuto, avremo notizie più certe (magari le psoto come commento all’ articolo).
L’ incendio sembra essere divampato dopo il fischio finale della partita; i tifosi dell’al-Masri, la squadra locale, hanno invaso il campo attaccando i giocatori della squadra rivale, l’al-Ahly, e inseguendoli fin dentro gl spogliatoi. E gli scontri tra tifosi e poliziotti sono proseguiti anche all’esterno.

La notizia è stata resanota dal Ministero della Sanità egiziano alla tv di Stato; il vice ministro alla Salute Hicham Chiha ha parlato anche di “centinaia di feriti”.

I tifosi dell’Al-Masry, che ha vinto il match per 3-1, hanno invaso il campo al termine della partita probabilmente per cercare lo scontro con i fans avversari, con i quali ci sono sempre state vecchie rugini. Le guardie, in numero esiguo sono state prese in mezzo e bersagliati con lancio di bottiglie e pietre. Le vittime sarebbero decedute, per la maggior parte, per soffocamento o ferite alla testa.

upporter e giocatori dell’Al-Ahly avrebbero cercato la salvezza negli spogliatoi per salvarsi dalla furia degli ultras locali.

Secondo il reporter Rawya Rageh di Al Jazeera, dalla rivoluzione in poi è aumentato il numero degli scontri durante le partite di calcio, a causa di una diminuzione del numero di forze dell’ordine.

A breve, sulla nostra pagina di Facebook altri video e foto se ce ne sarà bisogno

 

Un pensiero su “Invasione e scontri tra tifosi con più di 50 morti in Egitto

  • Abbiamo tradotto l’appello pubblicato dal movimento ultras di Piazza Tahrir poche ore dopo la carneficina dello stadio di Port Said. Parole di odio e amore rivoluzionario, di rabbia, di coraggio e tenacia di una delle componenti sociali essenziali del movimento rivoluzionario che oltre a difendere i cortei e le manifestazioni dalle aggressioni della polizia è protagonista anche delle innovazioni e delle straordinarie trasformazioni culturali e politiche del proletariato giovanile egiziano.

    Si! Sono martiri, sono diventati martiri i compagni insieme ai quali, per 5 anni, abbiamo condiviso gioia e dolore. Oggi il maresciallo e i suoi complici hanno voluto mandare un chiaro messaggio, vogliono punirci e condannarci a morte perché ci uniamo alla rivoluzione, perché lottiamo contro l’oppressione e i crimini, come quelli di oggi.

    Signori, questa è una nuova serie delle tante serie di crimini della repressione del regime, repressione che vuole uccidere la rivoluzione dei giovani egiziani e aumentare il numero dei martiri.

    E non sapevi che ogni goccia di sangue versata, avrebbe riacceso la nostra rivoluzione, e avrebbe riacceso le nostre urla che chiederanno la tua testa, caro maresciallo traditore? E avete creduto che l’Egitto e il suo popolo potessero fare un passo indietro?

    Non si sono presentati né il governatore, né il capo della sicurezza, non trovammo né la polizia militare né la sicurezza centrale. Per la prima volta nella storia degli incontri di entrambe le squadre, la polizia s’è ritirata. Sì, il vostro piano è chiaro.

    D’ora in poi inizieremo una nuova guerra per difendere la nostra rivoluzione e i diritti dei nostri martiri, e ci prepareremo a ricordare il 28 gennaio. Vi faremo riassaporare i momenti in cui, chi come voi appoggiava il precedete governo si dovette fermare e si dovette arrendere mentre osservava i rivoluzionari egiziani, di cui noi facciamo parte, seminare la propria libertà.

    Sapete benissimo cosa significa affrontarci e sapete pure che noi fummo la rivoluzione, ancora prima che essa avvenisse. La vostra repressione non ci spaventa e non ci è nuova. Numerose sono state le iniziative per risolvere le divergenze tre Ultras delle squadre egiziane; questo non vi è bastato e avete iniziato a mettere in atto la vostra strategia.

    Per questo vi comunichiamo che anche noi abbiamo una nostra “strategia”, ed è quella di tagliare le vostre teste con le nostre mani, e non con mani straniere. Non aspetteremo che ci opprimiate volta per volta: difenderemo la nostra rivoluzione, difenderemo e ricorderemo i nostri martiri con tutti i mezzi possibili.

    Si, il vostro messaggio ci è arrivato. La nostra risposta arriverà presto.

    Memoria e gloria per i nostri martiri.

    Ultras Tahrir Squares

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