Calcio, musica e tanta sfortuna per Adrian Doherty dello united
Il giovane è stato e sarebbe ancor di più stato, se il fato non avesse voluto strapparlo giovane alla sua vita terrena, un esempio perfetto di calciatore musicista..purtroppo però Adrian ci ha lasciato prematuramente.
Da Voci di sport:
Come i grandi della musica. Quelli entrati a far parte del triste Club 27. Da Cobain a Morrison, da Hendrix a Brian Jones. Eroi in un mondo complicato, talenti che amavano e odiavano la vita. Adrian Doherty giocava a calcio e suonava la chitarra.
Doherty è forse il giovane più forte della storica classe ’92 targata Manchester United. Classe ’73, esterno destro, una delle ali più veloci che abbiano mai calcato i terreni di gioco. Una stella luminosa che in campo sapeva eclissare anche quelli che poi divennero i vari Giggs e Scholes. In panchina Ferguson, quello pronto a prendersi con forza la storia del Manchester United. Impossibile non notare Doherty. La chiamata in prima squadra arriva nel ’90.
L’erede di George Best, bello e dannato, geniale con il pallone ma qualcosa, non per sua volontà, lo teneva in bilico sui fili mossi da un destino spesso crudele. Un ragazzo timido, introverso, che amava la solitudine, stare in stanza a comporre melodie e scrivere poesie, andare agli allenamenti con la sua chitarra in spalla, andare in campo e ammaliare con una classe sopraffina e fantastica. Poi la tragedia.
Quando l’esordio in prima squadra pareva cosa fatta, la mano del destino ci mise lo zampino. Rottura dei legamenti del crociato in un match contro il Carlisle con le riserve. Ci vollero sette mesi per tornare a vedere un campo, sette mesi di solitudine e abbandono. Con la data del ritorno che si avvicinava, il giovane Adrian capì che la sua vita non sarebbe stata il calcio. Altro infortunio, il ginocchio non voleva saperne di lasciarlo andare.
Una maledizione, un’anima forse dannata come i grandi della musica, un finale già scritto che non lascia variazioni sul tema. Ci proverà con il Derry, ma la sua volontà era sfondare nel mondo della musica, quella musica che lo accompagnava come un’ossessione nei pezzi di Bob Dylan che cantava e dedicava anche ai compagni di squadra. La vita di Adrian Doherty visse di un lungo e triste oblio. Decise di lasciare la Gran Bretagna, costretto ad Amsterdam per rincorrere un sogno e lavorare come un ragazzo qualunque. Non lo era mai stato.
Morì inseguendo un treno, per non arrivare in ritardo a lavoro, cadde in un canale, un mese di coma e poi la morte prese anche lui. Era il 9 giugno 2000, il giorno dopo avrebbe compiuto quei maledetti 27 anni. Il calcio quasi non lo ricordò, il calcio aveva già dimenticato quel ragazzo a cui il fato decise di opporsi. Adrian ha saluto questo mondo 14 anni fa, domani sarebbe stato l’anniversario della firma del contratto con il Manchester United a soli 14 anni. Lo ha salutato correndo, come faceva in campo, con la stessa passione che metteva nella musica. La fine però non lo ha reso immortale. Ciò che poteva essere e non fu mai, ciò che poteva diventare e mai divenne. Noi lo ricordiamo così, un ragazzo che amava la vita, fatalmente legato alla disfatta.
La Redazione di football a 45 giri dedica ad Adrian, Alternative Ulster, brano punk del 1978 degli Stiff Little Finger, band nordirlandese, come Doherty.
http://youtu.be/qLo7z50Tt2g