Franco Battiato dalla musica al no al calcio moderno
Calcio e musica nella vita del Mastro Franco Battiato sono state determinanti come l’odio e l’amore.
Non può essere definito un cantante, il genio siciliano è molto di più; è tutto!
Lasciamoci alle spalle l’aspetto musicale per parlare del legame con il football, sia quello giocato che non. Franco Battiato ha raggiunto la vetta del giocare in Promozione con la squadra di Riposto, poi fallita per debiti. Era un buon mediano, che fu trasformato in libero, ruolo nascente e tutto da scoprire per l’italia meridionare ed insulare. L’artista in campo ha anche vissuto episodi degni di racconto come l’essere svenuto a seguito di una botta data con la testa al palo della porta e come la partita contro l’Acireale, finita con un autogol.
Ero un difensore d’intuito, d’anticipo; non toccavo mai l’avversario. Un Facchetti. E i tifosi spaventavano gli attaccanti rivali gridando ‘posa a pipa’, cioè ti conviene lasciare la palla
Il tifo non è mai stato elemento importante per la vita del genio, ma lui stesso parlò di simpatie; le due nobili provinciali Atalanta e Vicenza erano il pallino di Battiato, ossessionato dal bel gioco e dalla forza delle “piccole” contro la grandi e ricche dal pallone. Anche dal football il Maestro sapeva cogliere e sapeva incuriosirsi di aspetti più di nicchia, come il posare gli occhi su Yuri Djorkaeff dell’Inter:
É francese, ma le sue radici sono armene, della genia dei Calmucchi. Un antico proverbio dice: ci vogliono sette russi per fare un armeno” – Che cosa significa? – Che l’armeno è furbissimo commerciante e ha spiccate qualità mistiche. Paese affascinante, l’Armenia. Mi sovviene una antica leggenda di quelle terre: si dice che se un membro della tribù degli Yasidi fa un cerchio per terra da lì non si esce, si resta prigionieri.
Ma ciò che più ci interessa è l’odio per il calcio moderno espresso dal mitico Franco Battiato, che purtroppo prematuramente ci ha lasciato. L’artista non amava il football dei ricchi, le nuove regole che andavano a colpire lo sport vero, i gesti in campo:
Mi sembra che il calcio di trent’anni fa possa definirsi statuario se paragonato al football di oggi. Vedo tiri incredibili, giocate ad altissime velocità. La competizione sta guastando la purezza dello sport. Falli brutti, tensioni. Un tempo c’era più gentilezza: chi commetteva una scorrettezza si scusava immediatamente. L’aspetto commerciale predomina. Ovunque, non solo nel calcio.
Ecco Franco Battiato parlare di calcio con Gianni Minà: