Musica, calcio e skinheads con Cockney Rejects e West Ham
Musica, calcio e skinheads con i Cockney Rejects, band oi! dell’east end di Londra ed il West Ham United Football Club, il claret & blue più famoso al mondo.
Per eccellenza i protagonisti della Terraces music. Insomma la musica di chi va allo stadio: vuoi per il loro stile, per i testi delle canzoni e perché allo stadio ci vanno davvero, non ogni tanto in tribuna d’onore a farsi fotografare come certi artisti di oggi. Ragazzini dell’East End londinese, nel 1978 iniziano a suonare insieme musica punk.
Sono Jeff e Mick Geggus, voce e chitarra che ancora cavalcano i palchi in tutto il mondo, poi dopo l’uscita di Vince Riordan e Andy Scott, al basso e alla batteria oggi ci sono Tony Van Frater e Andrew Laing, entrambi provenienti dalla band Red Alert.
Di grande aiuto per la band, che come le più importanti del genere nascevano in quegli anni, fu il “veterano” Jimmy Pursey, leader degli Sham 69.
In quegli anni ci fu una vera escalation del punk e dello street punk, poi rinominato Oi! proprio grazie al batterista della band, che per fomentare i ragazzi sotto al palco urlava nelle canzoni in uno strettissimo cockney (dialetto della zona Est di Londra) “Ehi you” che in breve divenne, forse perché non compreso bene o perché pronunciato davvero attaccato, “oi”, quindi urlato a loro volta dai ragazzi che assistevano ai concerti, poi scritto sui muri, poi il nome di un intero genere musicale.
Nel 1980, dopo aver firmato nientemeno che con la EMI, escono due “Greatest Hits ” il volume 1 e il 2, entrambi consigliatissimi, ma se non li avete mai ascoltati forse il secondo è ancora migliore del primo, senz’altro contiene tracce più note, ma questo non sempre è sinonimo di maggior qualità. Il disco apre proprio con “War on the Terraces” inno agli incidenti “pre-Thatcheriani” sulle gradinate, che vedevano spesso coinvolti anche i componenti della band.
Da sempre legati alla cultura di stadio e specialmente al West Ham (grazie a loro e al mito dell’I.C.F. il club è così noto tra i giovani europei, fanno film e tante belle cose), fino alla metà degli anni ’80 i loro concerti erano spesso teatro di scontri fino agli episodi di Birmingham che costrinsero la band a fermarsi per alcuni anni anche per questioni legali dovute a questi episodi.
Tuttavia non è l’unico brano sul calcio, anzi, è sicuramente nota al mondo la loro versione oi! di “I’m forever blowing bubbles”, celebre inno del West Ham United; meno famosa ma molto apprezzata è “We are the Firm” del 1980.
Risolti i problemi legali che li vedevano protagonisti, la band riprenderà la sua normale attività nel 1990 con una leggera modifica alla formazione originale. Problemi sia per motivi di stadio che politici: seppur i Cockney non si siano mai curati di politica, disprezzavano il British Movement e le loro incursioni nei concerti, arrivando spesso alle mani come scrive Garry Bushell nella biografia della band.
I Cockney Rejects hanno sempre proposto musica Oi! per un pubblico di giovani inglesi prevalentemente skinheads, anche se si distinguevano sempre per lo stile: merita infatti almeno un accenno il fatto che la band fosse composta esclusivamente da herberts. Uno stile di fine anni ‘70, ovviamente inglese, vicino a quello skinhead per lo stile, la musica e il lifestyle da pub ma più attento alla “cultura” di stadio per farla breve.
E’ uscito da poco in Inghilterra (2012), “East end Babylon”. Il film sui Cockney Rejects, che personalmente non ho ancora visto (spero esca quanto prima in italiano), ma vedendo chi e quanto ci hanno lavorato dovrebbe essere quantomeno un documento molto interessante, poi se è anche un bel film ancora meglio! Vedendo qualche trailer tuttavia ci si fa un’idea di che genere di film stiamo parlando, lo consiglio a scatola chiusa insomma.
Nel 2013 partirà il loro nuovo tour, che toccherà anche l’ Italia in due date. Una di queste sarà Roma il 10 maggio (l’ altra è ancora ignota ma sarà il giorno prima o quello dopo).
Da Style Wars di Dresser Roma e scritto da Valerio
Football a 45 giri per concludere vi e si dedica The Great Cockney Rip Off, brano prodotto dalla EMI nel 1980.