Lo stendardo dei Rolling Stone e gli ultras Trieste
Nella Curva Furlan, tra gli ultras Trieste si nota spesso il simbolo dei Rolling Stones, la linguaccia, esempio di legame tra musica e calcio.
Non si tratta certamente dell’unica tifoseria che si appropria di simboli legati a generi musicali o band, ma questo binomio Triestina – Rolling Stones è veramente speciale ed interessante.
Vi riportiamo, in merito, l’articolo di Gianluca, uno dei nostri fan, un vero Footballer a 45 giri che ci segue e ci invia materiale:
Da Sodalizio:
Da Trieste ai Rolling Stones, l’importanza di un logo
La gloriosa Furlan, cuore del tifo triestino, ha radici molto vecchie il gruppo Uts nasce nel lontano 1976 e come ogni gruppo ha avuto il suo logo su striscioni e materiale. Lo striscione ad esempio nel corso degli anni è stato rifatto ed è anche cambiato “l’Ultras Trieste” ha avuto sfondo rosso con scritta bianca e viceversa ma anche diversi loghi come il tricolore italiano sia centrale che ai bordi o l’Albarda avvolta nella foglia d’alloro. Ma spesso su di esso si è notata una bandiera che raffigurava la linguaccia, il logo della famosissima e longeva band dei Rolling Stones. Questa bandiera è stata “trasformata” anche in bandierone da sventolare diventando, a mio avviso, un segno di riconoscimento del gruppo. Ovviamente la linguaccia sta a significare un innocuo sberleffo che non a caso fu adottata dai già citati Stones gruppo che, diciamo, amava provocare e secondo alcuni loro scritti essere anche molto sboccati.
Questo logo fu ideato dal grafico John Pasche che per il logo (piccolo aneddoto) fu pagato solamente 50 sterline per l’album “Sticky Fingers”, il quale fu arricchito dalla “partecipazione” di Andy Warhol che ne ideò la copertina.
C’è da dire che l’utilizzo del logo identificativo da parte di molti gruppi musicali prese piede tra i ’60 e i ’70 e i primi furono i Beatles con la loro mela. Secondo alcuni articoli da me visualizzati il logo aveva una grande importanza quasi pari alla musica stessa del gruppo musicale o del singolo artista sia perché facilmente riconoscibile e riconducibile al gruppo e sia perché esprimeva in immagini l’attitudine del gruppo. Ma gli Who fecero meglio riuscirono a “collegare” la propria musica a una sottocultura quella modernista.
Ovviamente anche in altri settori si seguì la tendenza rock ad esempio oggi la Nike nella maggior parte dei casi non usa più la dicitura Nike, ma solo il logo la famosissima ala ma ancor prima la Fred Perry che soprattutto sulle polo si limita a mettere la, a noi cara, foglia d’alloro. Ritornando alla curva Furlan basta vedere oggi qualche immagine di essa per notare: primo la sua tendenza “inglese” con pezze e stendardi e non i vecchi striscioni lunghi ma in secondo luogo, soprattutto oltre alla nuova guardia del tifo triestino campeggia ancora la “linguaccia” a rappresentare l’essenza di ribellione ma soprattutto la fedeltà negli anni alla gloriosa alabarda.
Gianluca Dileo
La band britannica di Mick Jagger e Keith Richards è un mito per molte generazioni, l’incarnazione dell’anima “cattiva” della musica contrapposta ai Beatles, la magia del saper passare dal rock al blues passando per la dance..
Chiudiamo questo articolo con Paint it black, una canzone entusiasmante, che, pubblicata nel 1966 su disco 45 giri da etichetta Decca, a distanza di 50 anni ancora piace ai giovani! Si tratta di un brano che è presente nel film, nelle pubblicità, nelle liste dei dj della radio, nel web, nei video giochi e..quante cover vanta? Centinaia, anche pensate un po’degli Skrewdriver, skinhead band inglese, o degli Animals, degli Anti-Nowhere League, gli Avvoltoi, Blondie, Deep Purple, Caterina Caselli, maria Laforet, i Rem, gli U” e tanti altri: